In questi giorni in cui il mondo sta col fiato sospeso per la paura di una guerra, tensioni e violenze sembrano dilagare e riflettersi anche nelle nostre scuole, nelle nostre classi, in quei posti che vorremmo fossero dei luoghi sicuri in cui formarci come studenti e cittadini e in cui intessere legami profondi per la nostra vita e per la nostra crescita.
Proprio una settimana fa, il 7 febbraio, ricorreva la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, e a pochi giorni da quella data, il 9 febbraio, uno studente quattordicenne dell’istituto professionale Leon Battista Alberti di Rimini veniva accoltellato da un compagno di classe a seguito di una serie di insulti e vessazioni tra i due.
E sempre nella stessa settimana, ad atti di violenza fisica si affiancano anche atti di violenza verbale e psicologica. Una studentessa dell’istituto Valentini-Majorana di Castrolibero, in provincia di Cosenza, ha denunciato un suo professore per molestie verbali nei suoi confronti aprendo la strada ad altre denunce provenienti da studentesse ed ex studentesse tra le quali si distingue Dalia, che decide di aprire un apposito profilo Instagram e far partire una petizione online.
Tutte queste vicende non possono non toccare profondamente ciascuno di noi ed i nostri circoli. Ad esporsi in prima persona sono infatti proprio i circoli delle diocesi interessate, come il circolo Msac di Cosenza che ha scritto, insieme alla presidenza diocesana, una lettera pubblica sulla questione dando tutto il suo appoggio e supporto alle studentesse e agli studenti e a tutta la comunità scolastica dell’istituto Valentini-Majorana. Il desiderio comune che emerge è quello che nessuno studente e nessuna studentessa si sentano mai soli ad affrontare simili avvenimenti e che ciascuno di noi si senta in prima persona chiamato a vivere quel protagonismo studentesco che fa sì che ci si metta in gioco con coraggio per far sì che le nostre scuole siano davvero all’altezza dei nostri sogni e che quel “I Care” che tanto amiamo non rimanga una scritta su una porta della scuola di Barbiana, ma si traduca in un interesse vero e in un sostegno concreto.
Ma tutto questo non riguarda solo le scuole o i circoli diocesani coinvolti, ma deve interrogare ciascuno di noi, perché non bisogna arrivare ad avvenimenti così eclatanti, siamo chiamati ad avere occhi attenti e orecchie aperte per cogliere e prenderci cura di quelle che sono le fragilità e le difficoltà delle nostre classi, dobbiamo ricordarci che possiamo fare qualcosa di concreto per aiutare le nostre compagne e i nostri compagni e sostenerci a vicenda a partire dai piccoli gesti di ogni giorno.
Come ci dice la senatrice Liliana Segre “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte”.
In un mondo in cui domina l’indifferenza, fermiamoci ad ascoltarci e facciamoci toccare nel profondo dai problemi dei nostri compagni, pratichiamo l’antidoto dell’empatia.
In un mondo sempre in competizione, siamo chiamati a seminare l’amore, il rispetto e la cura reciproca a partire dai piccoli gesti di gentilezza di tutti i giorni tra i nostri banchi di scuola.
In un mondo di conflitti, la pace comincia da noi!
3 risposte
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