Si è svolto Lunedì 19 Marzo presso il Museo Diocesano- “Ti fa stare bene?”, un incontro-dibattito promosso dal Movimento studenti di Azione Cattolica e il Settore giovani della Diocesi. Un’occasione in primis per rivedersi dopo mesi difficili per il Paese e fare il punto della situazione sul mondo della scuola di cui tanto si discute nell’ultimo periodo.
Tanti i giovani presenti provenienti da realtà scolastiche del tutto differenti ma con un unico obiettivo: mettersi in dialogo, far sentire la propria voce nel mondo della scuola che quotidianamente abitano.
Cinque o sei ore di lezione, spiegazioni, poi a casa. Pranzo e studio, ansia per interrogazioni e di nuovo a scuola per corsi, laboratori, attività extrascolastiche. È questa la scuola di oggi, una scuola che valuta gli alunni con un numero o con un test di ingresso, che preferisce ultimare i programmi più che ascoltare i ragazzi. Ma la scuola non è (solo) questo: la scuola è relazione, crescita e tanto altro che va oltre la classica lezione curricolare.
“Qualche settimana prima dell’incontro abbiamo condiviso un sondaggio tra gli studenti e ci sono pervenute circa mille risposte. Le domande erano piuttosto personali e profonde, ma i ragazzi si sono ‘sfogati’, mettendo in luce tutto quello a cui sono abituati.”- queste le parole dei membri dell’Equipe Msac, che a fine incontro hanno condiviso alcune risposte significative alla domanda ‘Qual è la scuola dei tuoi sogni?’ Risposte non certo scontante, quelle dei ragazzi: c’è chi desidera una scuola che non valuti gli studenti con un voto, ma per ciò che sono, una scuola in cui venga valorizzata la lettura e il rapporto con l’ambiente, che vada oltre lo studio, ma preveda percorsi formativi che preparino i ragazzi a vivere nella società, una scuola che informi i ragazzi a livello politico, per essere buoni cittadini pronti al voto, insomma una scuola che si prenda cura dei ragazzi e delle proprie vite.
All’incontro sono intervenuti la professoressa Angela D’Avanzo, Nunzia Porzio, psicologa presso il Liceo Nuzzi e Riccardo Alicino, rappresentante degli studenti del Liceo Carlo Troya, che hanno riportato le loro testimonianze da veri protagonisti tra le mura scolastiche. Ciò che è emerso è stato un cambiamento radicale del modo di “fare scuola” dopo la pandemia, con la didattica a distanza si sono azzerate totalmente le relazioni e sono cambiate le modalità di insegnamento a cui da anni, o da sempre, eravamo abituati. Al rientro tra i banchi, quindi, ci si è dovuti re-inventare, adattando l’insegnamento al periodo storico.
Tanti, quindi, gli argomenti trattati: dal benessere a scuola, al sistema di valutazione, all’edilizia scolastica, temi caldi, insomma, che attanagliano la scuola ormai da anni.
L’obiettivo non è quello di trovare una soluzione immediata a tutto ciò, ma mettersi in discussione e in ascolto, partecipare, dunque, al cambiamento, che deve necessariamente partire dal basso e quindi, da chi la scuola la vive dall’interno. Negli ultimi giorni le piazze di molti paesi si sono riempite di studenti, che hanno deciso di far sentire la propria voce contro un modello di scuola ancora sordo alle necessità dei ragazzi. Ci si preoccupa di verificare le loro conoscenze con verifiche e interrogazioni, con le Prove Invalsi, come se la scuola fosse solo il luogo della verifica delle competenze, mai delle capacità relazionali e sociali.
“Mi fa stare bene”, è questa la scuola che il Movimento studenti si auspica di vivere, una scuola che non si sofferma solo sullo studio della storia o della matematica, ma una scuola che si pre-occupa dei propri ragazzi fornendo loro gli stimoli giusti per vivere a pieno il periodo di adolescenza .